La sigla WPATH sta per World Professional Association for Transgender Health. Si tratta di un'organizzazione precedentemente conosciuta come HBIGDA ovvero Harry Benjamin International Gender Dysphoria Association's.
Attualmente in Italia sono presenti solamente due centri WPATH:
uno è il DiSEM di Genova, l'altro è il D.A.I. Clinica Medica e Farmacologia Clinica UOC di Endocrinologia situato presso l'Università degli studi di Messina.
Tutti gli altri centri che si occupano di disforia di genere sul territorio nazionale sono centri Onig 

i Centri O.N.I.G.

BARI
U.O.C. di Psichiatria Universitaria - Day Hospital per i Disturbi dell'Identità di Genere - dell'Azienda Ospedaliera Consorziale "Policlinico" di Bari"
Piazza G. Cesare n.11 70124 Bari
Orario: ore 11-12,30 dal lunedì al venerdì
Tel. 080.5478543 - 5594021 - 5593047

BOLOGNA
Consultorio M.I.T.
Via Polese 15
40122
Bologna
Orari: dal lunedì al giovedì: dalle 10:00 alle 18:00, il venerdì dalle 10:00 alle 14:00
telefono: 051271666 (la segreteria telefonica è attiva 24 ore)

FIRENZE
SOD complessa di Andrologia e Medicina della Sessualità
CIADIG (Centro Interdipartimentale Assistenza Disturbo d’Identità di Genere)
AUO Careggi
Centro Polivalente Cubo
Viale Pieraccini 6, 50139 Firenze Orario: ore 11,00-13,30 dal lunedì al venerdì
Tel. 055-7949960
mail: ciadigfirenze@gmail.com

NAPOLI
Unità di Psicologia Clinica e Psicoanalisi Applicata
Dipartimento di Neuroscienze
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Napoli Federico II
Via S. Pansini 5
80131 Napoli
tel. 081-7463458 (telefonare dalle h 9,00 alle ore 15,00, dal lunedì al venerdì per prendere appuntamento)

ROMA
S.A.I.F.I.P. Servizio per l’Adeguamento tra l’Identità Fisica e Identità Psichica
Azienda Ospedaliera S. Camillo- Forlanini, P.za C. Forlanini, 1 - entrata principale Ospedale Forlanini - Edificio Centrale II piano, scale a sinistra.
Telefono e fax dello Sportello Informativo del SAIFIP (che vale anche per le liste chirurgiche): 06/55553700 - 06/55553701 - Attivo il lunedì dalle 14.00 alle 17.00 ed il mercoledì dalle 9.00 alle 11.00

TORINO
C.I.D.I. Ge. M. Centro Interdipartimentale Disturbi Identità di Genere
A.S.O. San Giovanni Battista di Torino- Sede Molinette
Corso Bramante 88/90 Torino.
Per ogni contatto e informazione:
Sportello Informativo 011/6334387
Giovedì dalle 13.30 alle 16.30

TRIESTE
C.E.D.I.G . Strada di Fiume 447 Trieste. Segreteria : 040-3994170 tutte le mattine dal lunedì al venerdì

N.B. Le differenze tra i due protocolli potete vederle sul post precedente.

ONIG - schema del percorso
WPATH - schema del percorso
Percorso psicologico
Terapia ormonale
Test d’esperienza di vita reale
Iter legale e terapia chirurgica
iter legale e cambio documenti
Follow-up
Accertamento diagnostico
Psicoterapia
Test d’esperienza di vita reale
Terapia ormonale
Terapia chirurgica
Follow-up
Nell’ONIG il percorso psicologico è alla base di tutto il percorso, la psicoterapia diventa strumento di diagnosi mentre nel WPATH la psicoterapia è un servizio di consulenza che non ha niente a che fare con il percorso in se. Mentre nel WPATH il professionista di salute mentale è una figura che diagnostica e coordina un team, nell’ONIG non trovo una figura centrale. Forse la funzione di coordinazione in Italia è data dalle singole associazioni che si occupano di indirizzare le persone durante le diverse fasi del percorso.
In Italia per avere i documenti congrui alla propria identità di genere occorre prima cambiare sesso anatomico e affrontare un secondo iter legale che dimostri l’avvenuta riconversione. All’estero, con il WPATH il cambio di documenti avviene già al momento del test d’esperienza di vita reale e inoltre è previsto un certificato che attesti la terapia in corso per evitare problemi con le forze dell’ordine.
Inoltre, il protocollo WPATH mi sembra molto più plastico ed adattabile alle diverse situazioni rispetto l’ONIG, infatti prevede casi particolari e non è rigido riguardo il cambio di documenti.
Tuttavia è da evidenziare che l’ONIG è un protocollo italiano, quindi scritto già adattato alla bigotta legge Italiana. Il WPATH è attivo in tutto il mondo e per questo motivo prevede casi non previsti dall’ONIG.
Attualmente mi risulta che l’unica associazione italiana che punti all’approvazione del sistema WPATH a livello nazionale sia la onlus azionetrans e che il centro DISEM di Genova sia l’unico centro italiano che utilizzi il protocollo WPATH (adattato alla legge Italiana). Tutti gli altri centri italiani seguono le direttive dell’ONIG.

Nelle seguenti tabelle cercherò di confrontare i due protocolli per evidenziare le differenze, i punti deboli e i punti di forza.
ONIG - accertamento e psicoterapia
WPATH - accertamento e psicoterapia
La persona afflitta dal persistente disagio col proprio corpo e col ruolo che deve condurre nella societa' prende contatto con degli specialisti, direttamente o attraverso le associazioni. Tale specialista puo' essere uno psicologo/psichiatra o un'altra figura, ma in ogni caso l'utente viene rimandato ad un colloquio di tipo psicologico della durata minima di 6 mesi, rinnovabili.
Il percorso psicologico, ritenuto una delle fasi fondamentali, è spesso vissuto come "obbligo" e pertanto visto come ostacolo.
Esso ha lo scopo di valutare correttamente la situazione e la realtà della condizione transessuale, visto l'impatto che i passi successivi possono avere sulla persona. L'iter psicoterapeutico mira più specificatamente all'elaborazione del conflitto di identità e dei conflitti cognitivi ed emozionali che si presentano durante il percorso.
Escluse problematiche psichiatriche, eventualmente attraverso visita psichiatrica apposita, il percorso psicologico continua in parallelo agli step successivi, accompagnando la persona. In presenza di diagnosi di rilievo psichiatrico o di altre problematiche psicologiche o comportamentali (ad es. tossicodipendenze) la cui risoluzione viene ritenuta primaria rispetto alla richiesta di riattribuzione medico-chirurgica di sesso, va data precedenza alle procedure terapeutiche comunemente adottate per tali condizioni.
NB. La psicologia si differenzia dalla psichiatria, in quanto quest'ultima è una disciplina medica, focalizzata su un paziente e dei disturbi: lo psichiatra, a differenza dello psicologo o dello psicoterapeuta, è infatti laureato in medicina.
Viene preso contatto con un professionista di salute mentale (presso il DISEM di Genova con uno psichiatra). Tale figura si occupa di diagnosticare il disordini di genere ed è il punto di riferimento durante tutto il percorso.
Tra gli altri compiti del professionista di salute mentale ricordo: diagnosticare e trattare condizioni psichiatriche anomale coesistenti con il disordine di genere; Consigliare riguardo i possibili trattamenti e le loro conseguenze;Introdurre alla psicoterapia;
Assicurarsi dell’idoneità del paziente alle terapie ormonali e chirurgiche; Stilare lettere di raccomandazioni ufficiali.
La psicoterapia non è un requisito indispensabile per la terapia ormonale.
Il professionista di salute mentale fa alcune visite per diagnosticare la DIG. In genere viene consigliato un periodo di psicoterapia: il clinico deve specificare l’obiettivo del trattamento e stimarne durata e frequenzaNon c’è un numero minimo di sedute prima di cominciare la terapia ormonale:
Ogni paziente ha i suoi tempi per raggiungere la propria consapevolezza;
Costringere ad un numero minimo di sedute rischia di far passare la psicoterapia come un ostacolo invece che un’opportunità di crescita personale;
Lo specialista di salute mentale resta comunque sempre a disposizione del paziente.
Lo specialista di salute mentale (chi fa diagnosi e segue il percorso di transizione) NON può essere lo psicoterapeuta del paziente
La psicoterapia ha l’obiettivo di far notare al paziente tutte le possibili opzioni che non ha considerato. Enfatizza riguardo i reali obiettivi per il lavoro e le relazioni e cerca di alleviare i conflitti del paziente finché non avrà una vita stabile.

ONIG - terapia ormonale
WPATH - terapia ormonale
In considerazione di alcuni effetti irreversibili e delle implicazioni psicologiche legate all'assunzione di ormoni, l'inizio della terapia
ormonale prevede che il cliente abbia instaurato e portato avanti, secondo modalità concordate, una relazione psicoterapeutica di almeno sei mesi. La somministrazione ormonale deve essere subordinata alla valutazione degli specialisti, sentito il parere dello psicologo o psicoterapeuta che ha in carico il cliente.
 La terapia ormonale, o meglio i suoi effetti, sia fisici che psicologici, hanno anche una forte valenza "auto-diagnostica", in quanto tali effetti possono avere sul soggetto una spinta confermativa indurlo a riconsiderare tutto il percorso. In quest'otticae' stato dimostrato che, se protratta per un periodo limitato, la terapia e' reversibile.
Lo scopo della terapia e' quello di modificare i caratteri sessuali terziari (femminilizzare l'aspetto nelle MtF e mascolinizzarlo negli FtM), per quanto possibile, ed inibire manifestazioni fisiche proprie del sesso biologico di appartenenza (inibire/ridurre erezione ed eiaculazione, inibire il ciclo mestruale).
La terapia, con opportuni aggiustamenti e stretto controllo medico, continuerà poi per tutta la vita, anche dopo l'eventuale riconversione chirurgica, per garantire un livello sostituivo di estrogeni/androgeni normale per i vari aspetti metabolici.
Dal materiale che ho visionato non mi pare che il protocollo ONIG ammetta di trattare i minori con ormoni ritardanti la pubertà, femminilizzanti o mascolinizzanti.
Il professionista di salute mentale consente il trattamento ormonale tramite una lettera di raccomandazione, quando il paziente rispetta questi criteri:
- Maggioretà;
- Dimostra di conoscere i rischi e benefici medici e sociali;
- Dimostra un’esperienza di vita reale di almeno 3 mesi o di aver sostenuto un periodo di psicoterapia di durata prestabilita dal professionista di salute mentale (in genere 3 mesi);
[ci sono motivi per cui il terzo punto può non essere preso in considerazione, come ad esempio per facilitare una terapia controllata con ormoni di qualità nota, in alternativa al mercato nero o a uso di ormoni non controllato].
Inoltre il paziente deve:
- Dimostrare di avere un’identità di genere consolidata durante il test di vita reale o durante la psicoterapia;
- Mostrare progressi nell’identificazione e correzione di problemi concomitanti (sociopatie, abuso di sostanze, psicosi..);
- Dimostrare di voler prendere gli ormoni in maniera responsabile.
Il medico incaricato del trattamento ormonale e del monitoraggio non è per forza un endocrinologo ma dovrebbe essere ben disposto a trattare persone con disordini dell’identità di genere.
Il medico deve informare il paziente dei rischi a seguito dell’analisi della storia clinica del paziente, esame fisico e di laboratorio.
Il medico scrive un certificato che indica che la persona è sotto trattamento medico che include ormoni del sesso opposto, in modo da prevenire eventuali problemi con le autorità. Il paziente viene anche informato del calo di fertilità e dei possibili metodi per conservare oociti e spermatozoi.
Gli adolescenti possono beneficiare di una terapia ormonale totalmente reversibile che ritardi la pubertà. Per i minori di età superiore ai 16 anni è prevista, preferibilmente con consenso dei genitori, la possibilità di terapia ormonale completa.
La terapia ormonale è possibile anche per persone che non vogliono affrontare psicoterapia o esperienze di vita reale perché è possibile che, da sola, dia un sollievo sintomatico sufficiente tale da ovviare al cambiamento di sesso o di ruolo.

ONIG - Esperienza di vita reale
WPATH - Esperienza di vita reale
la persona , sempre col supporto psicologico, in genere contestualmente all'inizio della terapia ormonale, inizia a "vivere" nel mondo come persona del sesso a cui sente di appartenere, adottando il ruolo di genere consono in termini di abbigliamento, comportamento, espressione ecc.
Anche questa fase e' fortemente auto-diagnostica, in quanto attraverso di essa si deve dimostrare a se stessi e agli altri che si e' in grado di vivere nel mondo reale nel genere scelto, sperimentandone onori e oneri, e non solo i "privilegi" stereotipati.
È l’atto di acquistare il ruolo del genere desiderato ogni giorno. Tre mesi di Esperienza di vita reale continuativa prima della terapia ormonale, indicativi di un’identità di genere consolidata, danno la possibilità di intraprendere tale terapia.
L’esperienza di vita reale è importante per verificare che il ruolo sia realmente congruente con quello desiderato dal paziente. Il team di professionisti deve discutere con il paziente dei possibili problemi: discriminazione sul lavoro, divorzio, restrizione delle visite ai figli. Il fine del test di vita reale è di riuscire a mantenere un lavoro, riuscire nello studio o in attività di volontariato, acquisire un identità di genere legale appropriata al ruolo.
In Italia attualmente non è prevista la possibilità di avere documenti del genere desiderato se non DOPO la riconversione chirurgica del sesso. A seguito dell'effettivo svolgimento dell'intervento chirurgico, viene effettuato un secondo ricorso che attesti l'avvenuto intervento, per ottenere la rettifica dei dati anagrafici, a cui segue la lunga attività di correzione di tutta i documenti (patente, titoli di studio..)
All’estero il protocollo WPATH prevede un certificato che attesti il trattamento medico ormonale per evitare, nell’immediato, problemi con le autorità e il cambio di documenti quando viene assunto il ruolo sociale desiderato (quindi PRIMA della SRS e anche in caso la riconversione non sia mai effettuata).
[NOTA PERSONALE. Ritengo non sia una reale esperienza di vita una situazione in cui i documenti non corrispondano al ruolo sociale. I disagi provocati dalla legge italiana (al lavoro, con le forze dell’ordine, con chiunque veda i tuoi documenti) sono sicuramente superiori di quelli riscontrabili in altri paesi].

ONIG - Terapia chirurgica
WPATH - Terapia chirurgica
CHIRURGIA MAMMARIA: Non ho trovato alcuna informazione riguardo limitazioni.
SRS - Sex reassignment Surgery:
La persona interessata alla riconversione chirurgica del sesso, trascorsi due anni dall'inizio del percorso psicologico, può richiedere ai professionisti che l'hanno seguita delle relazioni sulla persona stessa e sul percorso effettuato che saranno inoltrate al Tribunale competente per residenza. Ottenuta l'autorizzazione all'intervento, la persona richiede ad uno dei centri chirurgici che effettuano tale tipo di intervento di essere inserita nella lista d'attesa. L'attesa può avere una durata variabile da pochi mesi a molti anni, a seconda del tipo di struttura (pubblica o privata), dall'affluenza di utenza in quella specifica struttura, dal tipo di conversione (da uomo a donna o viceversa).
In ogni caso la fase chirurgica prevede l'asportazione degli organi genitali primari e secondari, e la ricostruzione, in gradi diversi, di strutture fisiche somiglianti il piu' possibile agli organi sessuali secondari del sesso desiderato (neo-vagina, neo-pene).
Per ottenere l’autorizzazione alla SRS occorre affrontare un’esperienza di vita reale continuativa di almeno 12 mesi e devono passare almeno 2 anni dall’inizio dell’iter di adeguamento.
Il chirurgo deve parlare con il paziente e deve lavorare a stretto contatto con gli altri specialisti.
Prima di procedere deve visionare le lettere di raccomandazione e assicurarsi della loro autenticità.
CHIRURGIA MAMMARIA: Per poter usufruire della chirurgia al seno (mastectomia o mammoplastica) occorre una lettera di raccomandazione da parte del professionista di salute mentale.
Per le MtF la mammoplastica è consigliata quando il medico documenta che l’aumento di seno non è sufficiente per un ruolo sociale confortevole dopo 18 mesi di trattamento ormonale.
SRS: Il chirurgo deve ricevere due lettere di raccomandazione, che accertino lo stato mentale e il trattamento ormonale.
Per sottoporsi alla SRS il paziente deve avere i seguenti requisiti:
- 18 anni d’età;
- almeno 12 mesi di terapia ormonale continuativa
- almeno 12 mesi di vita reale continuata
Il paziente deve mostrare di avere un’identità di genere consolidata, aver fatto progressi con il lavoro, la famiglia e i rapporti interpersonali, compreso un buono stato mentale che implica il controllo di possibili problemi concomitanti.
In rari casi, ad esempio se un soggetto ha vissuto per anni con il ruolo desiderato e non presenta problematiche psichiatriche, è possibile la chirurgia genitale anche senza aver assunto precedentemente ormoni.

ONIG - Il follow up
WPATH - il follow up
Oltre ai dovuti controlli legati a specifiche situazioni personali, è opportuno fare tre incontri di follow-up generalizzati (a 6 mesi, 1 anno, 2 anni dalla RCS) con la finalità di verificare l'inserimento sociale e le condizioni psicofisiologiche connesse con gli adeguamenti effettuati. Per quanto attiene alla terapie ormonali deve effettuarsi, in assenza di problemi particolari, almeno un controllo annuale per l'intero arco di vita.
Il follow-up e' un aspetto trascurato dagli utenti, che,appesantiti da un iter già particolarmente lungo e faticoso, se ne vogliono liberare al più presto, e non ne riconoscono l'utilità, sia in termini di "informazioni di ritorno" utili per coloro che verranno dopo, sia per avere un supporto in alcune fasi della propria vita futura.
il reinserimento sociale, cominciato con l’esperienza di vita reale, si completa solo a valle della conclusione dell'iter legale.Lo scopo e' quello di riuscire a conseguire l'affermazione completa del proprio progetto di vita e di cittadinanza attiva.
Il soggetto responsabile del follow up è il professionista di salute mentale che, maggiormente rispetto gli altri componenti del team, ha seguito il paziente durante il suo percorso. Esso resta il punto di riferimento per qualsiasi dubbio o problema, anche al termine del percorso i transizione.
NOTA PERSONALE: In Italia NON è possibile avere i documenti congruenti al proprio genere finché questo non corrisponde al sesso.
Mentre all’estero si può dire che il reinserimento sociale cominci al momento dell’esperienza di vita sociale e che si possa concludere anche prima della chirurgia genitale, in Italia non è praticamente possibile avere una vita sociale normale finché il tribunale non corregge i documenti: a mio avviso le norme italiane rischiano di creare disagi che ostacolano gravemente il reinserimento sociale perché creano un periodo, lungo anni, in cui si è non uomo e non donna.
Questo lavoro è puramente amatoriale (libero e distribuibile), è possibile ci sia qualche imprecisione. 

I protocolli applicati in Italia sono generalmente quelli elaborati dall’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere (ONIG). Attualmente in Italia solo presso il DISEM di Genova e a Messina vengono seguiti i protocolli internazionali della World Professional Association for Transgender Health (WPATH), ex Harry Benjamin Gender Identity Disorder Association (HBGIDA).
In cosa differiscono fondamentalmente i due protocolli? Nell’utilizzo obbligatorio o meno dell’intervento psicoterapeutico per l’autorizzazione all’inizio della terapia ormonale.

Se i protocolli Onig dicono (punto 3 "Iter di Adeguamento":

In considerazione di alcuni effetti irreversibili e delle implicazioni psicologiche legate all'assunzione di ormoni, l'inizio della terapia
ormonale prevede che il cliente abbia instaurato e portato avanti, secondo modalità concordate, una relazione psicoterapeutica di almeno sei mesi. La somministrazione ormonale deve essere subordinata alla valutazione degli specialisti, sentito il parere dello psicologo o psicoterapeuta che ha in carico il cliente. 

Quelli WPATH dichiarano (capitolo 6: psicoterapia con adulti):

La psicoterapia non è un requisito assoluto per la terapia triadica. Non tutti i pazienti adulti richiedono la psicoterapia per acedere alla terapia ormonale, l'esperienza del test di vita reale, ormoni o chirurgia. Il sentire di avere bisogno di psicoterapia varia a seconda dei programmi individuali. Qualora la diagnosi di uno psichiatra raccomandi un percorso psicoterapeutico, lo stesso deve specificare lo scopo del trattamento richiesto e una stima della sua frequenza e durata. Non è richiesto un numero minimo di sedute di psicoterapia per accedere alla terapia ormonale, l'esperienza del test di vita reale o la chirurgia, per tre ragioni: 
1) i pazienti variano enormemente nella capacità di ottenere uno stesso scopo in uno specifico tempo
2) richiedere un numero minimo di sedute tende a costruire un hurdle, che scoraggia la genuina opportunità per una crescita personale
3) lo psichiatra può da solo essere un importante supporto per il paziente durante tutte le fasi della transizione di genere. Caso per caso, lo psichiatra valuta l'eventualità della necessità di un numero minimo di sessioni o mesi di psicoterapia.


La differenza sostanziale fra i due protocolli è che mentre quello italiano preclude in assoluto la possibilità di accedere alla terapia ormonale prima di un periodo minimo di sei mesi di psicoterapia, quello internazionale (mondiale) prevede che la psicoterapia non sia obbligatoria, eventualmente consigliata da uno psichiatra in casi specifici e particolari e senza un periodo minimo di durata della stessa.
I protocolli WPATH, più dei protocolli ONIG si attengono alle indicazioni del DSM IV e dell'ICD 10, nei quali, per la diagnosi (e quindi l'inizio della terapia) è essenziale escludere la comorbilità con altre gravi patologie psichiatriche (che comunque i protocolli WPATH non considerano una controindicazione assoluta, omnia valens) e la presenza di una "sintomatologia" indicata sia dal DSM sia dall'ICD. 

Riassumendo, i protocolli Onig attribuiscono allo psicoterapeuta una sorta di "potere assoluto decisionale" ed inoltre non si adattano alle differenti soggettività che si rivolgono alle strutture. Richiedere sei mesi per tutti è in molti casi una prassi diagnostica inutile che serve solo a "mantenere" privilegi di casta agli psicoterapeuti.
Attualmente tali protocolli, sono stati concordati fra strutture e Associazione, al Centro DISEM di Genova ed a Messina.












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